Le novità della Riforma Cartabia per i processi di lavoro

Le novità nelle controversie di lavoro con la Riforma Cartabia, dalla negoziazione assistita alla priorità per le cause relative alla reintegrazione

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Le novità della Riforma Cartabia per i processi di lavoro

Le novità della Riforma Cartabia per i processi di lavoro

Che cos’è la Riforma Cartabia

Con Riforma Cartabia si intende il D.Lgs. n. 149 del 10 ottobre 2022, poi modificato in sede di Legge di Bilancio 2023, che da un lato ha introdotto nuove disposizioni e ne ha abrogate altre, anche in materia di controversie di lavoro.


Lo scopo di questa riforma è quello di “semplificazione, speditezza e razionalizzazione del processo civile, nel rispetto della garanzia del contraddittorio”, come inoltre ribadito anche dalla nota n. 2563 dell’Ispettorato nazionale del lavoro pubblicata il 19 aprile 2023.

Prevista inizialmente per il 30 giugno 2023, l’entrata in vigore di molte disposizioni della Riforma Cartabia è stata anticipata al 28 febbraio 2023, specialmente per quanto riguarda le controversie di lavoro.


Riforma Cartabia: trattazione prioritaria delle cause relative alla reintegrazione del lavoratore

Una delle più importanti novità introdotte l’anno scorso dalla Riforma Cartabia è certamente quella che riguarda la principale causa di contenziosi sul lavoro, ovvero il licenziamento.


In particolare, sono state stabilite nuove disposizioni che modificano profondamente la normativa precedente, come l’abrogazione del “Rito Fornero” in materia di impugnativa giudiziale dei provvedimenti di licenziamento.


Se la riforma del 2012 prevedeva l’esperimento del primo grado di giudizio in due fasi e limitava le domande alla sola legittimità del licenziamento, con il D.Lgs. n. 149/2022 si è introdotto un procedimento più veloce e snello. Infatti, come avveniva prima del Rito Fornero, il lavoratore che intende impugnare il licenziamento intimato dal datore di lavoro dovrà farlo ricorrendo al normale rito ordinario.


In più, con la nuova formulazione dell’art. 441-bis c.p.c., dal 28 febbraio 2023 tutte le cause che attengono la domanda di reintegrazione del lavoratore hanno carattere prioritario rispetto alle altre pendenti sul ruolo del giudice.


Questo significa che, seguendo un’ottica di celerità e semplificazione, con la Riforma Cartabia si conferisce al giudice la possibilità di ridurre i termini del procedimento fino alla metà, sempre nel rispetto del diritto di difesa delle parti. Con la nuova disciplina, infine, è possibile avanzare nel medesimo procedimento anche le questioni relative alla qualificazione del rapporto di lavoro, razionalizzando ulteriormente tempi e costi dei procedimenti.


Riforma Cartabia: negoziazione assistita per le controversie di lavoro

Un’altra rilevante novità della riforma è l’introduzione della negoziazione assistita anche per le controversie di lavoro. Il contesto è quello di revisione del rapporto tra la giurisdizione ordinaria e la giustizia alternativa, e l’obiettivo principale di questa disposizione è ridurre il numero di cause pendenti in tribunale.


Perciò è stata stabilita la possibilità di trovare una soluzione alternativa alla lite grazie alla negoziazione assistita che di fatto consente alle parti di disporre dei propri diritti anche al di fuori delle cosiddette “sedi protette”, con la presenza obbligatoria di rispettivi avvocati e la presenza eventuale di consulenti del lavoro.


La negoziazione assistita non costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale e, secondo la disciplina dell’art. 2113, comma 4, c.c., l’accordo raggiunto in sede di negoziazione assistita non è impugnabile. L’accordo inoltre deve essere trasmetto “a cura di una delle due parti, entro dieci giorni ad uno degli organismi di cui all’art. 76 del decreto legislativo del 10 settembre 2003, n. 276”.


Infine, chiariamo che cosa sono le “sedi protette” a cui abbiamo fatto riferimento sopra. Con questa espressione si intendono i luoghi che garantiscono presuntivamente la genuinità e spontaneità del consenso del lavoratore. Si tratta quindi di sede giudiziale nel caso delle cause, o di sede sindacale, di Commissione di Conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e di Collegio di Conciliazione e Arbitrato.



Per la risoluzione delle conflittualità e la gestione delle controversie di lavoro è sempre consigliato avvalersi delle competenze di professionisti qualificati, che ti possono aiutare anche a definire modelli di prevenzione.


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