Calcolo delle ferie residue: la scadenza del 30 giugno

Il mese di giugno è sempre il mese della verifica di eventuali ferie maturate e non godute relative ad anni precedenti. Vediamo come calcolarle correttamente, quali sono le scadenze e come gestire gli obblighi contributivi in scadenza il 30 giugno 2025.

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Calcolo delle ferie residue: la scadenza del 30 giugno
11/6/2025

Calcolo delle ferie residue: la scadenza del 30 giugno

Con l’avvicinarsi della scadenza del 30 giugno, le aziende si trovano nella condizione di verificare puntualmente il valore di eventuali ferie che residuano dagli anni precedenti e conseguentemente attuare le operazioni necessarie per evitare obblighi contributivi aggiuntivi e relative sanzioni.

Scopriamo insieme come applicare correttamente le disposizioni del D.Lgs. n. 66/2003 garantendo il diritto al riposo annuale dei lavoratori nel pieno rispetto delle prescrizioni normative.

Il riposo annuale

Secondo l’art. 10, comma 3, del D.Lgs. n. 66/2003, il lavoratore ha diritto ad un periodo annuale di ferie retribuite pari ad almeno quattro settimane.

Al successivo comma 5, si precisa che almeno due settimane di ferie devono essere godute entro l’anno di maturazione (per esempio, la quota maturata nel 2025 deve essere goduta, almeno per metà, entro e non oltre il 31 dicembre 2025); il residuo, invece, può essere fruito in maniera differita entro e non oltre 18 mesi dal termine dell’anno di maturazione (quindi entro il 30 giugno 2027 per la quota maturata nel 2025). In caso di mancata fruizione, ancorché parziale, il residuo dovrà essere considerato “scaduto” dando così luogo agli obblighi contributivi a carico del datore di lavoro previsti dall’art. 18 del predetto decreto.

Come calcolare le ferie residue

Innanzitutto, per procedere al calcolo delle ferie residue al 30 giugno 2025, è necessario disporre di un report ferie dettagliato dal quale risultino, mese per mese, la competenza della quota maturata e della quota goduta. La soluzione più efficiente per la rilevazione delle presenze, la gestione dei piani ferie e relative autorizzazioni alle richieste di assenza è senza dubbio una piattaforma HR integrata: in questo modo la rendicontazione e l’analisi delle presenze e del payroll è più veloce, accurata e sicura.

Una volta elaborato il report ferie al 30 giugno 2025, si passa ad analizzare la situazione in tre diversi scenari:

  • Ferie maturate nel 2023: se ci sono giorni residui (maturati ma non goduti), fermo restando che almeno il 50% del maturato andava fruito entro il 31 dicembre 2023, questi devono essere necessariamente fruiti entro il 30 giugno 2025. Per esempio, se nel 2023 il dipendente ha maturato 20 giorni di ferie e ne ha fruiti 13, ne restano 7. Questi 7 giorni devono per forza essere fruiti entro il 30 giugno 2025; in caso contrario scadranno e genereranno nuovi obblighi contributivi a carico del datore di lavoro.
  • Ferie maturate nel 2024: se ci sono giorni residui (maturati ma non goduti), fermo restando che almeno il 50% del maturato andava fruito entro il 31 dicembre 2024, questi devono essere necessariamente fruiti entro il 30 giugno 2026.
  • Ferie maturate nel 2025: se ci sono giorni residui (maturati ma non goduti), questi devono essere necessariamente fruiti entro il 31 dicembre 2025 con riferimento ad almeno il 50% del maturato annuo. L’eventuale residuo al 31 dicembre 2025 andrà necessariamente fruito entro il 30 giugno 2027.


Esaurita la fase di analisi si può passare in concreto ai calcoli. Per ottenere il residuo ferie di competenza del 2023 in scadenza al 30 giugno 2025 occorrerà sottrarre al maturato 2023 tutto il fruito, di competenza 2023, entro il 30 giugno 2025. Se questa differenza è positiva allora il risultato rappresenterà la quantità di ferie, di competenza del 2023, da assoggettare a contribuzione nelle paghe di luglio 2025.

Obblighi contributivi per le ferie scadute

L’art. 18 del D.Lgs. n. 66/2003 stabilisce che per le giornate di ferie non godute nei termini di legge, il datore di lavoro e il lavoratore sono tenuti a versare i contributi previdenziali e assistenziali. In pratica, l’azienda deve:

  1. Inserire in busta paga, a partire dalla denuncia Uniemens di luglio 2025, un importo pari alla retribuzione normale per ciascun giorno di ferie scaduto.
  2. Indicare nel flusso Uniemens le giornate di ferie non godute come “ferie scadute” affinché l’I.N.P.S. valorizzi la relativa contribuzione sulla retribuzione imponibile.
  3. Verificare che, per ogni giorno scaduto, siano stati versati i contributi: in caso contrario, si rischiano sanzioni amministrative da € 100 € a € 600 per ciascun lavoratore (art. 18, comma 2).

È importante ricordare che l’obbligo di contribuzione non annulla il diritto del dipendente al riposo annuale; si tratta infatti di una mera conseguenza della mancata fruizione entro la scadenza che non preclude minimamente i diritti del lavoratore.

5 step operativi entro il 30 giugno 2025

Per agevolare la regolare gestione delle ferie residue, l’azienda dovrebbe seguire questi cinque passaggi:

  1. Aggiornare il report ferie con i giorni maturati e goduti di competenza dell’anno 2023.
  2. Calcolare le giornate residue di competenza dell’anno 2023 non ancora godute e verificare il loro ammontare al 30 giugno 2025.
  3. Comunicare tempestivamente ai lavoratori le giornate residue in scadenza, invitandoli a concordare il periodo di fruizione entro il 30 giugno 2025. La comunicazione dovrà avvenire con congruo anticipo e per iscritto, in modo da dimostrare l’avvenuto sollecito in caso di controlli ispettivi.
  4. Pianificare, se possibile, ferie collettive estive inserendo le giornate residue in scadenza: se l’azienda chiude per ferie collettive a luglio o agosto, può includere nei periodi obbligatori le giornate in scadenza. In tal modo, il dipendente utilizzerà effettivamente quei giorni e si eviteranno ulteriori oneri contributivi.
  5. Se per qualsivoglia motivo non si dovesse dar corso alla fruizione entro la scadenza, inserire le giornate residue come “ferie scadute” in busta paga nella retribuzione di luglio 2025 includendo l’imponibile e la relativa contribuzione nel flusso Uniemens.

Comunicazione preventiva delle ferie e ferie “forzate”

Ricordiamo che la determinazione del periodo di ferie spetta al datore di lavoro quale espressione del potere organizzativo. L’ azienda ha tuttavia l’onere di considerare, ove possibile, le esigenze del lavoratore e di comunicare gli slot di fruizione con congruo anticipo. È quindi auspicabile uno spirito collaborativo tra le parti che permetta, da un lato, al datore di efficientare il costo del personale e, dall’altro, al lavoratore di beneficiare di un effettivo recupero delle proprie energie psicofisiche.

Se, però, il lavoratore dovesse rifiutare la fruizione delle ferie così come proposta nel piano ferie aziendale, il datore di lavoro potrà fissare un arco temporale entro cui obbligare il dipendente a selezionare degli slot per la fruizione delle cosiddette ferie “forzate”, anche al fine di evitare di incorrere nelle sanzioni per il mancato rispetto del riposo annuale previste dal D.Lgs. n. 66/2003.

Buone pratiche e consigli

Oltre al rispetto del termine di scadenza, un’adeguata pianificazione e gestione delle ferie è essenziale per evitare i predetti oneri contributivi, ma per di più per ridurre il costo del personale prevenendo, per quanto possibile, conflittualità con i propri collaboratori e cali di produttività. Queste linee guida permettono di garantire il corretto esercizio del diritto al riposo annuale e la conformità agli obblighi di legge.

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